Approvata mozione della Lega anti-gender: “No alle drag queen in classe”. L’opposizione: “Assurda crociata contro i diritti”
Il deputato Sasso: “Stop all’ideologia woke”
La Stampa – di Grazia Longo – 12 Settembre 2024 (link – permalink)
Stop alla cultura gender nella scuola. Lo ha stabilito la commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera su richiesta della risoluzione presentata dalla Lega. Immediata la replica intrisa di critiche da parte dell’opposizione.
Il primo firmatario della proposta da poco approvata è il deputato leghista Rossano Sasso che esulta: «Passa in commissione, firmata da tutta la maggioranza, la nostra risoluzione per dire basta alla propaganda gender nelle scuole. Le polemiche strumentali di Avs e Pd e gli insulti del M5S lasciano il tempo che trovano. Del resto, se si fossero presi la briga di leggere il testo, avrebbero visto che impegniamo il governo a un adeguato confronto sul tema. Allo stesso tempo però abbiamo ribadito il nostro no al tentativo di coinvolgere bambini di 6 anni in una deriva ideologica che non ci piace. Parliamoci chiaro: per esempio, per noi non è opportuno che delle drag queen entrino nelle classi dei nostri figli e li indottrinino dalla più tenera età. Abbiamo detto no all’Ue che vuole destinare milioni ai corsi Erasmus DragTivism Jr., come strumento di propagazione di questo ‘”dogma”, e in Italia ci opporremo in qualsiasi modo alla pericolosa ideologia woke. Proteggeremo a tutti i costi il diritto dei bambini di vivere serenamente la bellezza dell’infanzia, lontana da questa visione che li vorrebbe schiavi di una iper-sessualizzazione. E se qualcuno pensa di sostituirsi alle famiglie, magari con sedicenti esperti provenienti da associazioni lgbtqi, nell’educazione di bambini di 6 anni, troverà sempre nella Lega un muro insuperabile».
Gli fa eco Alessandro Amorese, capogruppo FdI in commissione Cultura alla Camera: «Siamo decisamente contrari all’ideologia gender nelle scuole e all’attivismo lgbtq+ tra bambini e ragazzi. E’ questa la posizione di Fratelli d’Italia, rivendicata anche oggi in commissione Cultura e Istruzione della Camera durante la discussione sulle risoluzioni in tema di iniziative negli istituti che, fatte passare per appuntamenti in grado di formare all’inclusività e al rispetto, sono invece forme di propaganda dell’ideologia gender, anche se la sinistra non lo ammetterà mai».
Considerazioni che vengono ritenute assurde dall’opposizione. Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria Pd, stigmatizza: «Siamo di fronte all’ennesimo attacco alle persone lgbtqia+ italiane, esattamente come avviene in Ungheria e in Bulgaria. In un’Italia dove le liste di attesa per curarsi si allungano sempre di più proprio per i tagli della destra, dove i salari rimangono al palo e il reddito reale delle famiglie crolla, la maggioranza non trova niente di meglio di cui occuparsi che continuare la crociata contro i diritti. È evidente che la destra italiana è ormai completamente scollata dalla realtà, resa cieca da una furia ideologica che scaglia contro la libertà e la dignità di una parte delle cittadine e dei cittadini italiani. Questa è la loro urgenza alla riapertura del Parlamento. Anche Forza Italia, dopo le finte aperture sui diritti di quest’estate, al momento del voto si appiattisce su posizioni completamente illiberali e orbaniane. In Europa Forza Italia sostiene Ursula von der Leyen che sui diritti ha presentato un programma chiaro e in Italia avvalla provvedimenti reazionari: questa schizofrenia politica è insostenibile e pericolosa».
Polemica anche la deputata M5S Anna Laura Orrico: «E’ difficile riscontrare una quantità tanto enorme di idiozie di natura populista e propagandistica come quelle espresse dal leghista Rossano Sasso nel suo comunicato stampa. L’ideologia gender non esiste e ce lo hanno detto tutti gli accademici e ricercatori durante le audizioni. La Lega agita uno spauracchio per distogliere l’attenzione dai disastri che fanno sulla scuola, come le linee guida sull’educazione civica o la pressoché totale assenza di misure a sostegno delle famiglie che per l’ennesimo anno devono far fronte al salasso dell’acquisto di libri e materiali scolastici. Di questo dovrebbero parlare i leghisti come Rossano Sasso se fossero delle persone serie».